Nel 2002, durante la sfilata di strada dello sciopero generale, 5000 studenti, lavoratori temporanei e migranti occuparono un edificio abbandonato su Tiburtina. È nata Strike SpA, un'occupazione che si è posta l'obiettivo di trasformare uno spazio privato e abbandonato in uno spazio pubblico: una proprietà privata in una proprietà comune, non comunitaria, ma autogestita. Fin dall'inizio, abbiamo sostenuto che il "problema" sollevato dall'occupazione non riguardava semplicemente il proprietario privato che chiedeva lo sgombero, ma la città nel suo insieme, la sua nuova struttura urbana e la distribuzione delle risorse per le politiche sociali e culturali. Abbiamo invitato il Comune di Roma in questo caso, sostenendo, al fine di rilanciare, l'acquisizione dello spazio e il suo ritorno per uso pubblico, per affermare il diritto all'autogestione come risposta ai desideri e ai bisogni comuni, come motore della socialità e della produzione della conoscenza. La trattativa è iniziata con l'approvazione di un piano regolatore, che ben poco guardava ai bisogni reali di chi vive in città. Questo spazio, un'area blu destinata (dal Nuovo Piano Regolatorio) a servizi pubblici, senza occupazione, sarebbe stata vittima di speculazioni che stanno emergendo intorno alla stazione Tiburtina, che sta per diventare uno dei più grandi nodi ferroviari d'Europa.
Strike C.S.O.A.
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